Ricordati i due Santi
Ciao Frida, come stai?
Ciao Anna, bene grazie, fin che riesco a muovermi con le mie gambe e andare nell’orto, tutto bene.
Senti, ti volevo chiedere un consiglio, come sai quest’anno abbiamo preparato la terra per mettere giù un po’ di patate; mi daresti qualche dritta? Per esempio quanto profonde vanno interrate, i giorni migliori per la semina e quelli per la raccolta, un po’ della tua esperienza insomma.
Allora, mi chiedi molte cose a dire la verità, ma cominciamo con ordine. Intanto devi preparare la terra in autunno, arandola, rivoltando sotto l’erba che in questo modo farà da concime, poi il ghiaccio e la neve aiuterà a maturare il terreno dissodato. In primavera dovrai spargere del letame vecchio e passare con la fresa.
Poi potrai mettere a dimora le tue patate nei solchi che avrai preparato e ricoprirle, ma attenzione; le patate devono sentire le campane, per cui non interrarle troppo.
Dovrai chiedere una mano ai due santi che di solito ci aiutano in questo: Sant’Antonio da Padova e San Matteo. Prima di fare l’orto aspetta Sant’Antonio (13 Giugno), così saranno scongiurate le gelate tardive, e poi raccoglierai le patate dopo San Matteo (21 Settembre), quando termina l’alpeggio; “da San Matìo, le vache torna indrìo”. I lavori nell’orto saranno terminati e avrai tutto il tempo per raccogliere le patate prima che arrivino le mosche bianche (la neve). Ricordo che quando ero bambina, ci soffiavamo le dita delle mani per scaldarcele perché raccoglievamo le patate anche a fine Ottobre, e faceva molto freddo. Coltivavamo le “Torbe” (patate di origine austriaca, scure, molto robuste e resistenti alle malattie).
E comunque per essere sicura che siano pronte, ne tirerai fuori qualcuna e proverai con l’unghia per vedere le la pelle viene via facilmente. In quel caso vuol dire che non sono ancora pronte. Solo quando farai fatica a togliergli la pelle vorrà dire che sono mature, anche se la gamba si è essiccata da tempo.
Una volta raccolte le ammasserai in un mucchio, in penombra, e aspetterai 40 giorni, devono “fare la quarantìa”, cioè maturare ulteriormente. In questo tempo quelle che per destino dovranno marcire, marciranno mentre rimarranno sane tutte le altre e ricorda, le patate non sono come le mele che una intacca l’altra, magari avessimo tutti noi la capacità di rimanere “sani” in mezzo al marciume …